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Testi persuasivi: evita il futuro per 3 e più motivi

Sei pronta a dare vita ai tuoi testi persuasivi, trasformandoli in potenti generatori di vendite? Immagina di conquistare il pubblico, spingerlo all’azione e trasformare le loro intenzioni in acquisti con una sequenza di parole ben piazzate. Sì, è tutto possibile! Ma c’è una cosa che mette i bastoni tra le ruote anche ai messaggi più efficaci: il tempo futuro. Il futuro nei testi persuasivi? Non ha futuro! Scrivere testi di vendita con il futuro è come prendere una strada sterrata quando potresti prendere l’autostrada. Non è un errore grammaticale o di struttura, ma ti pone davanti a un’altra sfida: rischi di indebolire la potenza del tuo messaggio. Perché succede questo? Continua a leggere per scoprire almeno i tre motivi cruciali (ma ne vedremo anche altri) che rendono il tempo presente il vero protagonista nei testi persuasivi. Cosa si intende per testi persuasivi? Oggi i testi persuasivi sono il segreto per coinvolgere il pubblico, trasmettendo fiducia, empatia e un senso di urgenza. Non si tratta solo di elencare i vantaggi di un prodotto o servizio, ma di creare un legame emotivo con il lettore/consumatore, offrendo soluzioni concrete ai loro problemi e bisogni. Sono come il tuo migliore amico che ti spinge a fare quel salto di fiducia. Ti incoraggia, ti sprona, e alla fine ti porta dove vuoi essere. o almeno, così dovrebbero essere. Anche perché abbiamo davanti delle persone (a proposito hai creato le tue reader personas? Ecco come fare) sempre più attente e “skillate”, che per capirci, non si bevono (fortunatamente a mio avviso) più tutta quella solfa del copy di vendita classico. I testi persuasivi sono orientati all’azione, utilizzando il potere delle parole per spingere i lettori verso una decisione d’acquisto, il più immediata possibile. Incorporano elementi di storytelling, leve della persuasione (come la riprova sociale e autorità) per accrescere la credibilità del messaggio e guidare il pubblico verso l’azione desiderata. Insomma, roba da “markettari” starai pensando, e invece no, non più: non ci sono più frontiere, e con i social, Instagram in primis, tutti i professionisti o imprese che comunicano vogliono anche vendere (ovvio). Ritorno al futuro parte prima: e poi vediamo se tornerà Nel campo della comunicazione persuasiva, l’utilizzo del tempo futuro può rappresentare una sfida significativa. Secondo Roger Dooley, star del neuromarketing, in un articolo pubblicato su Forbes, l’abuso di espressioni al futuro può innescare incertezze nei potenziali clienti, minando la fiducia nelle promesse fatte. Dooley evidenzia come frasi che prevedono un risultato futuro, come “sarai in grado di…”, possano sembrare ambigue e generare dubbi, piuttosto che convincere dell’efficacia di un prodotto o servizio. Questa osservazione suggerisce che le promesse vaghe legate al futuro possano non essere sufficientemente persuasive per stimolare l’azione dei consumatori. L’incertezza associata alle previsioni future è un concetto ampiamente riconosciuto nel marketing e nella psicologia del consumatore. Il futuro, per sua natura, è intriso di incognite e promettere successo o vantaggi in un tempo indefinito può risultare in una percezione di rischio da parte del potenziale cliente. Gli individui pare preferiscano opzioni con esiti chiari e sicuri. Quindi, perché non offrire loro una certezza adesso invece di promesse future incerte? Insomma tutto chiaro? Il futuro è incerto anche nel marketing! Facciamo un esempio concreto di testi persuasivi La specificità del presente ti fa sentire già un passo più vicino al tuo obiettivo: perché aspettare il futuro quando puoi ottenere risultati già adesso? 3 motivi per NON utilizzare il tempo futuro nei testi persuasivi e di vendita: l futuro nel mondo dei testi persuasivi? Meglio evitare, ecco perché: Altre 2 tips per i tuoi testi persuasivi: 1 L’urgenza del presente: come alimentare le decisioni Hai presente quella sensazione di dover fare qualcosa subito, senza aspettare il momento giusto? Ecco, questa è l’”urgente urgenza” del presente nei testi persuasivi! Quindi, diamo un’occhiata più da vicino: immagina il presente come quel tipo agitato che ti spinge a muoverti ora e non più tardi. Quando mettiamo il focus sul presente nei nostri messaggi, creiamo quel senso di “ora o mai più” che ti fa alzare dalla sedia e agire. E aspetta, c’è di più! Le frasi al presente non solo danno un calcio al sedere, ma spingono i potenziali clienti a decidere con rapidità e sicurezza. È come se dicessero: “Non aspettare, agisci adesso!”. E sai una cosa? Funziona davvero. Solo in quest’ultimo anno ho scritto copy di vendita per almeno 30 siti e ti posso confermare che tante landing stanno generando traffico di qualità e contatti utili. 2 La Connessione emotiva del Qui e Ora Il buon Orazio ci diceva Carpe Diem, oggi facciamo un salto nel qui e ora dell’emotività! È proprio qui che si crea quel legame immediato con il pubblico. Quando parliamo al presente, il pubblico si sente coinvolto, come se fosse parte della storia che stiamo raccontando. E cosa c’è di meglio che farli sentire parte di qualcosa? Niente! Ecco perché il presente è il migliore amico di chi vuole vendere. Aiuta i tuoi potenziali clienti a immaginare il futuro luminoso che il tuo prodotto o servizio può offrire proprio adesso. Futuro strategico: come usare il futuro nei testi persuasivi? Il futuro potrebbe sembrare un po’ come quel parente strano che non sai mai cosa aspettarti, ma non lo escludere completamente dalla tua vita di scrittore persuasivo! Certo, potrebbe essere un po’ rischioso se non lo gestisci con cura, ma con un tocco di genialità strategica, può diventare il tuo migliore alleato. Nei testi persuasivi puoi utilizzare il concetto di futuro meglio evitare la declinazione del verbo nel tempo futuro. 3 Esempi per utilizzare il futuro nei testi di vendita: 1. Descrivere la visione del tuo brand: In questo caso, il futuro viene utilizzato per delineare l’ambizione del brand e la sua mission. 2. Illustrare scenari futuri possibili: Il futuro viene utilizzato per mostrare i potenziali benefici del prodotto o servizio in un contesto realistico. 3. Offrire garanzie o assicurazioni sul futuro: Il futuro viene utilizzato per rassicurare il cliente e aumentare la sua fiducia nel brand. Altri esempi per sfruttare il concetto di futuro: In tutti questi casi, il futuro è utilizzato in modo strategico per rafforzare il messaggio del copy e aumentare la sua efficacia, ma non attraverso il tempo futuro, quanto attraverso l’idea di futuro! Ti è chiara la differenza?

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Scrittura creativa su Instagram: dove le parole danzano e i pensieri fanno il twist!

La scrittura non è solo un modo per scarabocchiare pensieri su un foglio, è come una bacchetta magica per la mente, che ti aiuta a riflettere, a conoscere te stessa e a combattere quei piccoli mostri chiamati stress emotivi. E indovina un po’? Questa magia non si ferma solo a te. Anche i brand vogliono un po’ di questa pozione miracolosa, perché ne hanno capito da tempo la potenza e la necessità per creare una comunicazione di brand efficace e di valore. Ma cosa succede alla scrittura creativa su Instagram? Continua a leggere e scopriamolo insieme… Scrittura creativa su Instagram, e oltre La scrittura creativa è l’arte di raccontare storie, di evocare emozioni, di dipingere quadri con le parole. È quel tipo di scrittura che ti fa perdere nel tempo, che ti trasporta in un altro mondo. Ma non pensare che sia relegata solo ai libri o alle poesie tradizionali. In un’era digitale come la nostra, la scrittura creativa ha trovato nuovi palcoscenici: blog, e-book, newsletter e, appunto, Instagram. Pensa a quei post che ti hanno fatto sorridere o a quelli articoli che ti hanno commosso fino alle lacrime. E non è tutto. La scrittura creativa si manifesta anche in formati web innovativi: La scrittura creativa, quindi, non è solo un mezzo per esprimersi, ma è diventata uno strumento essenziale per connettersi e coinvolgere il pubblico nell’era digitale. Cosa dicono gli studi? Alcuni studiosi in camice bianco (probabilmente non indossavano davvero camici bianchi, ma fa figo immaginarlo) hanno scoperto che i brand che raccontano storie avvincenti e genuine creano legami più stretti con i loro clienti (studio pubblicato nel Journal of Marketing Research) un po’ come una stretta di mano tra vecchi amici. Una stretta di mano che si traduce in clienti fedeli, un’immagine brillante del brand e, ovviamente, in una bella pentola di monete d’oro. Un altro gruppo di ricercatori ha rivelato anche che raccontare storie vere rende i brand più “umani”, come il vicino di casa con cui vorresti fare un barbecue. In poche parole: se vuoi che il tuo brand brilli e balli al ritmo giusto, la scrittura creativa è la tua DJ! Cosa succede quando scrittura creativa e Instagram si incontrano? Hai mai avuto quella sensazione di vertigine quando leggi un libro talmente bello da dimenticare dove sei? E poi, PUF! Apri Instagram e ti ritrovi davanti a un post che sembra uscito dalla tastiera di un robot annoiato? Sì, è il grande duello tra la scrittura da Oscar e quella… beh, un po’ meno brillante. Instagram è come quella discoteca super cool dove tutti vogliono essere visti. Ma non basta una foto patinata o un filtro vintage per attirare l’attenzione. Serve una storia, una di quelle che ti fanno battere il cuore a mille. E qui entra in gioco la scrittura creativa. Tutto dipende da quanto conosci le tue persone, il tuo target, ma anche dagli obiettivi di comunicazione efficace che ti prefiggi (ne hai, vero?). Ma attenzione! Non si tratta solo di scrivere frasi ad effetto o citazioni profonde. È una vera e propria arte equilibrare l’anima poetica con la necessità di essere chiari e diretti. Dopotutto, su Instagram hai solo pochi secondi per catturare l’attenzione di qualcuno prima che continui a scorrere. E sai qual è il segreto? Essere autentici. La gente vuole sentire la tua voce, non quella di un robot, vuole ridere, piangere, emozionarsi con te. Quindi, la prossima volta che posti qualcosa, pensa a come potresti raccontare una storia, anche in poche parole. “Tutto quello che devi fare è scrivere una frase vera. Scrivi la frase più vera che conosci.” – Ernest Hemingway In breve, Instagram non è solo un album di foto. È un palcoscenico, e con la giusta scrittura, puoi essere la stella brillante che tutti sono venuti a vedere. Scrittura Creativa su Instagram: il lato dei Creator Ecco cosa succede quando un creator, armato di penna, inchiostro e un pizzico di follia, decide di conquistare il regno di Instagram: magia pura! Immagina un artista che dipinge quadri con le parole, trasformando ogni post in un piccolo capolavoro. Ogni caption diventa una storia avvincente, ogni commento un dialogo intrigante. Ma non è solo questione di belle parole. È un vero e proprio spettacolo di luci, colori e emozioni. I creator esperti riescono a giocare con le parole, a farle danzare in armonia con le immagini, a creare un’atmosfera unica che cattura e incanta. E il risultato? Un feed Instagram che non è solo una raccolta di foto, o reel, ma un viaggio emozionante nel mondo del loro progetto o brand che sia. Scrittura Creativa su Instagram: il lato delle libere professioniste o imprenditrici E poi ci sono quelle eroine del business, le libere professioniste o imprenditrici che, con passione e determinazione, curano da sole i contenuti del loro brand su Instagram (o ne delegano dei pezzi). Per loro, la scrittura creativa è un’arma segreta, la più grande alleata della loro comunicazione. Non si tratta solo di vendere un prodotto o un servizio, ma di raccontare una storia, di creare una connessione emotiva con il pubblico. Ogni post è un capitolo di un libro che parla di sogni, sfide, successi e, soprattutto, di autenticità. Queste donne sanno che, in un mondo di contenuti clonati, la scrittura creativa è la chiave per distinguersi, per mostrare al mondo la vera essenza del loro brand. E, fidati, quando la scrittura creativa incontra la passione e la dedizione di queste professioniste, Instagram diventa un luogo magico dove tutto è possibile (proprio per questo aiuto le professioniste ad allenare la loro capacità di scrittura con La Scrittureria, la prima palestra di scrittura social e web, corri a scoprire la prossima edizione!). La coerenza nel racconto di brand non esclude la creatività La creatività è un punto di forza, e non deve diventare un punto di debolezza. Immagina il tuo brand come un personaggio di un libro. Ha una sua voce, un suo stile, un modo tutto suo di raccontare storie e di interagire

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Scrivere fa bene: se sai anche leggere e leggerti

Scrivere fa bene, e non lo dico solo io, anzi, non lo dico affatto io, lo dicono i fatti (dai, lo dice la scienza suonava troppo accademico). La scrittura riesce a catturare emozioni, racconta e riesce anche a incanalare i tuoi perché, i valori e le percezioni. Insomma, posso dire che la scrittura fa brand, sei d’accordo? Non a caso la scrittura è anche utilizzata come vero strumento terapeutico, in grado di connetterti con parti assopite o celate del tuo stesso inconscio. Ma, per essere più veniali e concreti, la scrittura fa bene anche al tuo business, che tu sia freelance o meno, quindi meglio non sottovalutarne il potere. Ecco spiegato il perché… Perché scrivere fa bene al tuo brand? Quando dico che scrivere fa bene al tuo brand, presuppongo, innanzitutto, che tu sappia di essere un brand: libera professionista, imprenditrice di te stessa e della tua attività (se non ne sei convinta scopri come ti aiutiamo con la comunicazione digitale noi del team di Lofacciodigital). Molti professionisti commettono ancora l’errore di arenarsi sulla propria comunicazione, digitale o offline, sottostimando di troppo quella che invece è l’enorme portata (anche economica e di conversione stessa) strategica che abbiamo tutti a disposizione sotto i nostri occhi. Sì, proprio sotto il nostro naso, attraverso canali divenuti ormai pane quotidiano, non solo per i comunicatori di turno addetti ai lavori, ma anche per chi, pur non essendo del mestiere, deve autopromuoversi e procacciare i propri clienti. Parlo naturalmente dei social (Instagram, LinkedIn e lo stesso TikTok), del blog (che, vivo e vegeto, se la sta vedendo alla grande ed ecco a cosa serve un blog), della newsletter. Considera che ad esempio, solo nel 2022 (ancora in corso) è già stato stimato che in Italia, gli utenti di Instagram si aggirano attorno ad un numero di circa 25,6 milioni, e che, la media di fruizione giornaliera, è di almeno 30 minuti (stima in crescita con l’avvento di video, dirette e reel) a persona. ti rendi conto che movimento pazzesco? Insomma abbiamo contenuti facili da reperire, per tutti, e ovunque. Davvero, dunque, occorre ancora chiedersi il perché scrivere fa bene al brand!? Scrivi bene oggi anche per domani Quindi la scrittura, ad oggi, è in grado di aprire tante porte. Non sempre da sola (vedi su Instagram video, reel, foto ecc.), ma coadiuvata da tante altre azioni/attività che possiamo portare avanti, spesso in autonomia, o comunque con poco impegno economico. Quello che invece richiede tempo ed energie costanti è invece il soffermarsi sui contenuti: crearne di nuovi, possibilmente sempre interessanti e appetibili per il proprio target. Facile? Affatto! Importante? Di più! Quindi cosa fare? Incomincia tu stessa a vedere lo scrivere come un mezzo per il tuo business, e non solo un contorno o un “di più”, ma come parte integrante e fondamentale della tua strategia comunicativa. Con la scrittura puoi… 1 Arrivare al tuo target Scrivere fa bene perché ti permette di arrivare al tuo target di riferimento: coinvolgendo; informando; emozionando. Con le parole che scegli per raccontare la tua attività, con il tono di voce e le sfumature che decidi di apportare alla tua comunicazione scritta, con i contenuti che prepari, puoi fare breccia direttamente sul tuo pubblico ideale. Senza filtri o passaggi, senza distorsioni e rumori dei messaggi (teoria dell’informazione e paradigma di Shannon: il rumore è qualunque cosa che è in grado di modificare il messaggio), o comunque tenuti sotto controllo diretto di chi elabora la comunicazione scritta. 2 Veicolare il giusto messaggio Cosa vuol dire “giusto” messaggio? Il messaggio più giusto rispetto ai tuoi obiettivi e scopi comunicativi: dunque connesso alla strategia stabilita a monte. 3 Avere un’opportunità di raccontare, e raccontarti, tutta tua Quanto c’è di tuo in quello che scrivi (anche a proposito del tuo brand/attività professionale, o meglio, quanto ci sei tu in quelle parole? Anche se stai delegando la parte di scrittura dei contenuti (se vuoi delegare il blog corri da me) ricorda di concordare con chi scrive anche una parte relativa al tuo personal branding. Se tu sei il tuo brand, e lo se, devi essere anche tra le righe scritte del blog o dei social, che non vuol dire esserci fisicamente, ma esserci con: i tuoi valori; il tuo tono di voce; la tua personalità; la tua unicità/valore. Inoltre è un modo per poter finalmente dire la tua, anche quando è fuori dal coro o quando forse sai già saranno in tre a leggere davvero, ma tu sai che già solo se qualcuno avrà recepito il tuo messaggio sarà una bella vittoria per te! 4 Porti come leader Il potere della scrittura è anche quello di aiutarti a diventare, in un certo senso, leader di idee e concetti, che, naturalmente, non vuol dire fingersi o atteggiarsi a guru “de noi artri”, quanto, piuttosto, è utile a verticalizzare la tua comunicazione su certi argomenti. Marika parla di blog, scrittura per il web felice ecc. 5 Fare community L’altra faccia della medaglia è sicuramente il fare community: più scrivi, più ti esponi, più interecetterai esigenze e bisogni di un pubblico che si rivede in te. E quanto sia importante la community oggi, te lo dice il marketing, te lo dicono le vendite e te lo dice soprattutto la gente comune con cui parli: si acquista e si sceglie il professionista più per condivisione valoriale, che per il valore effettivo della prestazione. La catarsi è potente, la scrittura è potente Fino a qui abbiamo visto quanto a un brand possa giovare l’inserimento di contenuti scritti nella propria strategia comunicativa, ma non possiamo tralasciare il fatto che che scrivere faccia bene anche a livello emotivo. J.W Pennebaker e J.M Smyth con Il potere della Scrittura ci portano alla scoperta di uno scrivere altamente curativo. Per i due autori (Professore di psicologia uno, e Professore di salute e comportamento l’altro) basterebbe dedicare pochi minuti al giorno alla scrittura per: alleggerire le tensioni emotive; provare benessere psico-fisico; diminuire lo stress; superare o affrontare vecchie ferite; rendere più solide ed equilibrate

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5 Domande che devi farti per capire quanti articoli pubblicare sul tuo blog

Un articolo al mese Un articolo al mese? Forse si, o forse no. La verità è che ci focalizziamo sempre sulle quantità: tante visualizzazioni, tanti follower, tanti, anzi tantissimi contenuti. E ne vogliamo di più: più attenzioni, più contatti, più commenti, perché in fondo questo ci fa sentire al sicuro. Al riparo da tutti i dubbi che assalgono chiunque si esponga, anche lavorando online. Così, quando mi chiedi quanti articoli pubblicare sul blog se sei una libera professionista (e dunque il tuo lavoro è un altro), ci resti anche male appena pronuncio il fatidico “dipende”. Lo so, il dipende è antipatico, ma tutto sommato non è una brutta risposta. Ti spiego perché, quindi continua a leggere. Per sapere il quanto parti dal perché Se hai un blog professionale (a cosa serve il blog se sei freelance) avrai sicuramente impostato una strategia super vincente di contenuti, vero (se ti serve una mano scopri i miei servizi)?! Se invece per qualunque motivo non l’hai ancora fatto, magari solo perché sei all’inizio del tuo percorso da “penna felice”, allora prima di soffermarti sul quanto, dovresti passare necessariamente prima dal perché. Perché hai scelto questo canale? Quali sono i tuoi obiettivi? Chi vuoi raggiungere? Mi spiego meglio. Dato che sei una libera o un libero professionista, si presuppone che tu non abbia le stesse esigenze di chi vive di blog ( cioè i blogger: chi lo fa per mestiere e guadagna proprio dalle visualizzazioni degli articoli), ma hai sicuramente degli obiettivi differenti legati all’utilizzo di questo strumento di inbound marketing. 5 Domande per capire quanti articoli pubblicare sul blog professionale 1 Quali sono i tuoi obiettivi? Non tutti i progetti sono uguali, e questo vale offline, nella vita vera, e anche per l’online, che è forse adesso la nostra vera vita. Ma mi rendo conto che quando si parla del digitale c’è sempre quel “di più” che fa capolino. È normale, ed è legato al fatto che la rete ci offre un’ampia gamma di pubblico, tutto insieme anche nello stesso momento (pensa alle storie o alle dirette di Instagram). Considera però, che come sempre, se non ti poni degli obiettivi o scadenze (definiscili come vuoi), rischi di arenarti ancor prima di mettere la barchetta in mare. Ti parlo sempre di tutte le cose belle che ti porta il blog, e lo faccio perché ci credo davvero, quindi non sono qui per scoraggiarti, ma piuttosto per invitarti a “bloggare” in maniera più ragionata. 2 A chi parli? Non ti farò tutta la tiritera sul target, perché ormai lo sai, se non scrivi per qualcuno di “reale” e per le sue vere necessità, allora stai già perdendo tempo. Il concetto di reader personas che tanto ci aiuta nella scrittura, non basterà se non settiamo bene tutti gli elementi di questo ecosistema fantastico chiamato blog. Un blog professionale è fantastico proprio perché ti connette al tuo target in maniera diretta, anche se meno “prepotentemente” dei social. Qui ci possono essere dei ritmi differenti, l’importante è che coincidano anche con le aspettative del tuo lettore ideale di riferimento. Perché si, è tutto molto bello, ma se nessuno ti legge stai perdendo tempo. 3 Quali altri canali utilizzi? Ultimamente stiamo assistendo ad una sovraesposizione di contenuti: quanti ne produciamo quotidianamente? E non parlo solo di chi come me lo fa di mestiere, ormai con i social siamo tutti costantemente impegnati a produrre materiale (scrittura e immagini) per far conoscere la nostra attività professionale. Brave noi, bravi tutti. Ma il problema vero è: chi legge davvero? Proprio per l’ampia possibilità di scelta, per la lettura sempre più disfunzionale, e anche per la velocità stessa di fruizione a cui ci siamo abituati (il magico dito che scrolla continuamente sullo smartphone), succede che, da utenti/lettori, noi stessi ci affanniamo per capire effettivamente cosa ci interessa davvero. Insomma, chiedersi sempre se il gioco vale la candela, se vale effettivamente la pena essere ovunque, e produrre materiali come non ci fosse un domani. Ecco, io direi si di sfruttare al massimo le potenzialità del digitale (ne parliamo spesso durante i workshop di Lofacciodigital, che ti invito a sbirciare) senza farsi ingurgitare da esso. 4 Quanto tempo hai a disposizione? Il “non ho tempo di scrivere” ha senso, ma solo se ne hai le prove. Non è perché non ti credo, ma solo per dirti di misurare tangibilmente il lasso di tempo che avresti a disposizione per: redigere il tuo piano editoriale (non obbligatorio ma caldamente consigliato) scrivere i tuoi articoli del blog (ragionando possibilmente anche sulle keyword). Sto esagerando? Dimmelo subito! Se proprio ti rendi conto che il ritmo non sarebbe sostenibile hai solo due vie: delegare a vari livelli (se hai bisogno corri a scoprire come posso aiutarti); sospendere definitivamente il progetto (te lo sconsiglio perché perderesti una bella occasione di visibilità; autorevolezza; personal branding). 5 Quanto ne… SEO? O meglio, quanto ne sai di SEO? Mi riferisco alla scrittura in ottica SEO, in modo tale da rendere i tuoi articoli più in linea con le aspettative dei tuoi lettori tipo, e, ovviamente, anche di Google. Non ti occorre essere un guru in materia, ma potresti pensare ad un percorso di formazione sulla scrittura in ottica SEO, che ti possa portare a gestire in autonomia il tuo blog professionale (se è quello che cerchi ho la soluzione per te). Quanti articoli pubblicare quindi? Si lo so, tu sei qui perché vuoi il numero perfetto per te, ma ti dovrai accontentare di “indicazioni”, perché la verità è che una strategia editoriale deve essere fatta su misura, proprio come il bel vestito perfetto per te. Di conseguenza, tieni presente che più pubblichi più avrai modo di: essere visibile per i robot di Google che scansionano la rete (crawler); arrivare nelle prime pagine dei risultati di ricerca; accaparrarti posizionamenti per keyword interessanti strategicamente per il tuo business; mantenere un contatto con la tua community; intercettare l’intento di ricerca di potenziali clienti e lettori; soddisfare i bisogni di informazione di chi cerca qualcosa su Google. Di

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Il piacere di scrivere per gli altri

Quando si parla di scrittura si affrontano tanti argomenti, ma poche volte ho sentito parlare del piacere di scrivere per altri. Io scrivo per gli altri, e sono felice. Scrivere bene è anche misurarsi con tematiche differenti, ritmi necessariamente diversi, e vuol dire sintonizzarsi su tono di voce e target sempre nuovi. Una passeggiata? Non proprio. Insomma, calarsi nei progetti altrui non è certo semplice, e invece a mio avviso la professione del web writer è molto sottovalutata e sottostimata. Il valore che c’è dietro il costante sforzo qualitativo è molto importante, così come riuscire a trattare argomenti spesso molto lontani tra loro. Considera che, a mio avviso, saper scrivere bene non vuol dire necessariamente essere bravi nel farlo per altre persone. Web writer felice Quando scrivere per altri ti rende felice Sono una web writer felice, perché consapevole che scrivere per gli altri è l’attività che più amo. Questa cosa, devo ammetterlo, l’ho capita strada facendo, mano a mano che ho avuto modo di seguire progetti e mettermi alla prova (scopri il mio portfolio), ne ho assaporato davvero il gusto. Ho iniziato, come spesso accade, perché amavo scrivere, punto. Amavo scrivere per me, nei miei diari, sul mio primo blog, poi sui social (sia con agenzie che in forma privata), al pc, o con carta e penna. Poi ho iniziato a studiare anche la scrittura SEO, sorprendendomi io stessa ad amare qualcosa di “tecnico”, si, proprio io che sono sempre stata quella dallo scrivere intenso, emotivo, “ricamato”. Alla fine ho capito come collegare il tutto: emotività; tecnica; equilibrio. A poco a poco mi sono resa conto di amare tanto anche scrivere per altri. È un po’ come quando fai un gioco di società più per stare con gli amici che per il gioco stesso, e poi ti scopri ad amarlo immensamente (è successo anche a te?). Come scrivere bene per altre persone? Se sei qui probabilmente ti interessa anche capire come scrivere bene per altri. Come diventare web writer felici? Vorrei darti il consiglio del secolo, ma il consiglio migliore è quello di seguire il tuo flusso, non il mio. Ci sono però delle certezze, a mio avviso, che dovresti avere anche tu: passione; studio costante; apertura mentale; lettura seriale (varia ed eventuale, non solo inerente a tematiche professionali); disponibilità all’ascolto. Oltre a tutto ciò, credo che più di tutto serva empatia. Ma non quella tanto decantata dalle frasi motivazionali che troviamo sui social, parlo di qualcosa di più sottile, ma ben più potente. Quando scrivo per il blog di una libera professionista (se hai bisogno di delegare la scrittura o la SEO scopri i miei servizi), mi ci tuffo a pieni polmoni. In che senso? Nel senso che faccio mio il progetto, lo coltivo come farei con le mie cose, anzi, di più in verità. Non è mai troppo scontato, credimi. Scrivere per altri e farlo bene: 6 consigli pratici 1 Studia a fondo la persona Se anche tu sei freelance, e ti rapporti direttamente con il cliente, comincia dallo “studio”. E quando dico studio non dico solo limitandoti a quello che ti dice a parole, ma intendo dire che devi andare oltre. Posto che tu sappia già quali sono i suoi obiettivi editoriali, e anche il target di riferimento (magari avete già creato le sue reader personas), focalizzati anche su altro: Che approccio ha? Come la pensa sulle tematiche più calde della sua attività? Come parla? Come risponderebbe a quella domanda? E potrei continuare. Sbircia le sue risposte sui social, cerca di scorgere tratti della sua personalità che non sono comunicabili solo a voce. Fa le dirette su Instagram o i Reels? Segui, interagisci. 2 Traccia un profilo Prendi carta e penna e: segna i tratti salienti della sua personalità; cosa ti trasmette quando parla; se è coerente con la sua comunicazione. Insomma, prova a delineare una sorta di identikit della tua professionista. Ovviamente non siamo psicologi, ma possiamo buttare giù qualche idea, pensiero profondo, che ci possa aiutare, a produrre dei contenuti “su misura”. Su misura del target, certo, ma anche del nostro committente. 3 Approfondisci la materia Spesso, mi chiedono come faccia a scrivere per altri, anche di cose su cui non sono formata e non ho competenza. Non sono tuttologa, tutt’altro, ma sono una persona che approfondisce, studia. Mai limitarsi solo alle informazioni che ti lascia il cliente, perché tante volte sono confuse e frammentarie, o magari sono frutto di voli pindarici difficili da rendere concreti (perché ricordiamo che oggi fare una buona SEO vuol dire scrivere innanzitutto per i lettori. Hai letto il mio articolo sulla Community Hoepli editore?). Cerca altre fonti, sempre autorevoli e verificate, e dedica tempo ad organizzare i contenuti di quel post blog. 4 Santa scaletta Io sono per la scaletta. Vecchia scuola? Forse, anzi, dati i miei anta, sicuramente si. Utilizzare la scaletta è per me un modo importante per organizzare i pensieri, per poi vederli prendere forma. Prima ancora di arrivare alla creazione della tua scaletta perfetta, puoi anche pensare di sfruttare mappe mentali e concettuali per una strategia a prova di lettore. Questo schematizzare i concetti principali renderà più semplice il lavoro di scrittura, perché ti darà modo di riflettere sulle varie sfaccettature di quella tematica, che potrebbero sfuggire se non messe bene a fuoco. 5 No bozza no party Sfrutta la possibilità di redigere i tuoi testi in bozza. Questo è un consiglio che vale sempre e per tutti, perché dalla bozza, l’articolo si trasforma in una farfalla (ops gioco di parole bozza, bozzolo!) bellissima. Se ci pensi bene la bozza nasce proprio per questo: per essere modificata; migliorata, completata. Quindi non impazzire con la prima stesura, piuttosto fai una lunga pausa e poi struttura sempre di più e, a fondo, il tuo contenuto. 6 Chiedi un feedback Scrivere per altri non vuol dire avere poteri magici, così accade che se anche fai tutto benissimo, la persona potrebbe non sentirsi rappresentata al meglio dai tuoi scritti. Innanzitutto, no panic. Soprattutto in una fase iniziale,

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Idee per un blog: 5 modi per trovarle

I contenuti per il tuo blog non cascano dal cielo Il tuo bellissimo blog professionale sarebbe pronto per spiccare il volo, se non fosse che non sai proprio cosa scrivere. O meglio, i primi articoli magari sono anche sono pronti, ma adesso hai la classica sindrome del foglio bianco, quella del “adesso cosa scrivo?”. Ecco perché ho pensato a te, che ti stai crogiolando da giorni in attesa che qualcosa cambi, ma sappi che le idee per un blog non cascano dal cielo, devi essere tu a farle arrivare. La bella notizia è che ci sono tanti modi per stimolare la creatività e l’inventiva anche nella scrittura per il web, ti lascio alcuni suggerimenti per aiutarti in questa impresa. Poi mi fai sapere come va? 1 – Cerca le idee per i tuoi articoli su Google Si, non ho scoperto io l’America, eppure ti assicuro che tante volte le cose che sembrano scontate poi non lo sono affatto. E adesso tu mi dirai “eh, ma se non ho idee cosa cerco su Google?”. Devi cercare l’ispirazione, non l’idea già pronta, e vedrai che poi l’illuminazione vera e propria si paleserà bella e luminosa nella tua mente. Mi spiego meglio. Se hai già in mente l’argomento principale che desideri trattare (e dai, di certo questo lo sai) prova innanzitutto a cercarlo su Google: ti si aprirà un mondo fantastico, quello della SERP e pieno di risposte alle tue domande. Zio Google ci mette a disposizione Google Suggest che è un ottimo strumento per trovare sia parole chiave che nuovi argomenti di cui parlare. Tra l’altro, è proprio lì a portata di mano e come sai è completamente gratuito, ed è anche la prima cosa da fare (poi lo vedremo insieme, o se vuoi approfondire bene e subito contattami per la tua formazione di seo copywriting personalizzata), ancor prima di iniziare ad approcciarsi alla vera ricerca di “parole chiave”, per posizionare online il tuo sito o blog. Come vedi dall’immagine, ma di sicuro l’avrai già notato milioni di volte, è lo stesso motore di ricerca a suggerirci eventuali altri argomenti correlati alla stessa area semantica (trattasi in sostanza di possibili keyword, se poi sono appetibili è un discorso a parte, legato ai volumi di ricerca). A questo punto la tua mente comincerà a svolazzare come la farfalla o come la donna delle pubblicità che indossa l’assorbente con le ali (libera e felice), e le idee sbocceranno da sole. Ma tranquilla, se questo ancora non avviene puoi giocarti altre carte. 2 – Studia i competitor Le idee per un blog non si coltivano, lo abbiamo capito, ma le alternative non mancano. Lo studio dei competitor, molto importante lato SEO, è fondamentale anche per la parte dei contenuti. Ammettiamolo, ormai siamo in tanti in ogni campo, e ci sono tanti professionisti super validi in rete, che riempiono i loro blog di cose davvero utili per gli utenti in target. Ricordi l’ispirazione che ti dicevo di cercare su Google? Puoi cercarla anche così, ma occhio a non fare la grande assurda sciocchezza (apprezza che mi sto censurando) di copiare, si, so che non sei il tipo ma meglio precisarlo: non solo è eticamente scorretto, ma peggio, di più. Non si fa. Punto. Quello che invece puoi fare benissimo è prendere spunto e farti delle domande: quali concetti potresti sviluppare? puoi apportare valore a quegli stessi argomenti? ha senso inserirli nella tua strategia (si perché devi ragionare anche in quest’ottica)? Valuta attentamente tutto e probabilmente, la giusta osservazione ti aiuterà a farne nascere tante altre di idee, siano esse per il tuo blog professionale che per i tuoi social (sai che puoi attuare una strategia multicanale? Con lofacciodigital ti possiamo aiutare, contattami per avere informazioni). 3 – Entra nelle community In molti settori le community sono una miniera di informazioni e idee che galleggiano nella bacheca ad ogni post. Sta solo a te esser pronta a coglierne le sfumature. In particolare le community Facebook, quando funzionano, ti danno modo di toccare con mano le esigenze reali del tuo target di riferimento. Spesso si tende a sottovalutare le potenzialità di questo tipo di approccio, ma parlando per esperienza personale, molte delle idee travate poi più utili dal target (e lo so dalle visualizzazioni di Analytics)di riferimento sono arrivate nel piano editoriale proprio da qui. 4- Ascolta Ascolta, osserva attivamente quello che ti circonda, le idee sono già in circolo, già in viaggio verso di te. 5 – Vai in trasferta Per trovare idee per un blog devi andare in vacanza? Anche si, ma non intendevo questo. Porta in trasferta la tua mente: leggi mai blog di altri paesi? ti confronti mai con altre realtà? Questo a cosa serve se poi il mio blog è in Italia? Serve proprio alle idee, a cambiare approccio, ad avere forma mentis e visioni che differiscono dalle nostre (come ideologia popolare). Ammetto che è un’attività che richiede tempo, impegno, se come ti destreggi con l’inglese ma non sei certo madrelingua. Eppure se provassi a mettere in agenda, questo tipo di ricerca, stai sicura ti stupiresti dei risultati. Ricomincia da 0 Adesso che le idee non ti mancano, corri ad impostare il tuo piano editoriale vincente. A prescindere da questi 5 modi per stimolare la tua raccolta di idee (poi ne vedremo altri), sono certa che tu ne abbia già tante a disposizione: metti a nudo le tue competenze, sei tu il punto 0 da cui partire e scommetto che pioveranno contenuti di valore.

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Scrittura web, SEO copywriting

A cosa serve il blog se sei freelance?

Il blog come strumento di inbound marketing Qui gatta ci cova, anzi, qui blogger ci cova! A cosa serve il blog se sei una libera professionista? Forse te lo stai già chiedendo o forse ancora non hai preso in considerazione questo strumento di marketing (male, molto male). Sì, perché di strumento di marketing si tratta, per giunta a costi contenuti e disponibile proprio per tutti. Il blog professionale è una grande opportunità che non dovresti perdere, per diversi motivi che ora vedremo insieme. Perché dovresti avere un blog se sei libera professionista? Se sei una libera professionista so che stai già facendo tante cose, tra lavoro e vita privata, social da aggiornare costantemente (a proposito di social corri a leggere come fare storytelling), starai sicuramente pensando: “ecco ci manca solo il blog”. Effettivamente sì, il blog manca davvero: sei sicura valga la pena perdersi la possibilità di avere un vero e proprio strumento di inbound marketing? Ti capisco davvero, perché la gestione del tempo è sempre un cruccio per noi freelance, che talvolta finiamo per farci inglobare in un fiume di cose da fare, senza più capire dove finisca il lavoro e dove cominci il resto della nostra vita. Però, c’è un gran bel però. Non posso negare che un blog che affronti tematiche inerenti il tuo lavoro sia un progetto impegnativo, che richiede costanza nella pubblicazione e anche studio e dedizione nel tempo, ma, una volta impostata la strategia, e capiti i passaggi, puoi tranquillamente organizzarti pianificando gli articoli da pubblicare. Ti assicuro che così avrai il tempo di respirare, e un ritmo ben diverso da quello a cui forse sei abituata con i social. Anche i costi sono contenuti, in quanto è un’attività che puoi portare avanti da sola (formandoti ovviamente con #telospiego), a patto naturalmente di esser pronta ad investire laddove sia necessario: il sito, il dominio, o magari fino a poterne delegare completamente la gestione. 5 motivi per cui ti serve il blog se sei freelance 1 – Posizionamento dei contenuti su Google Forse ti stupirà sapere che attraverso il blog hai più modo di farti trovare su Google. E se ti stai chiedendo perché è cosa buona e giusta sappi che più sei in alto e visibile tra i risultati di ricerca, più facilmente avrai modo di intercettare persone potenzialmente interessate ai tuoi prodotti o servizi. Le pagine statiche di un sito possono essere indicizzate, ma tendenzialmente, data la competizione, è probabile facciano più fatica a posizionarsi bene in SERP (risultati di ricerca di Google): Poter contare su contenuti sempre nuovi e aggiornati, come invece accade con gli articoli del blog, è dunque una grande occasione per far crescere anche il tuo sito. Naturalmente occorre anche una buona strategia interna, in modo tale che il blog riesca a comunicare con il resto delle pagine statiche (tipo la pagina dei servizi), per dar modo ai lettori di conoscere la tua attività, fino a capire come puoi essere loro d’aiuto. 2 – Intercettare più keyword Come ti ho anticipato nel paragrafo precedente, sappi che con gli articoli del blog hai modo di posizionarti su più keyword che ruotano attorno alle macro aree che hai scelto di trattare nel blog. In questo modo, banalmente, scrivi oggi e scrivi domani, avrai sicuramente più possibilità di creare contenuti utili e rispondenti perfettamente al search intent (intenzioni reali della ricerca) di chi digita domande su Google (ne abbiamo parlato anche a proposito della scrittura SEO). 3 – Creare autorevolezza La questione dell’autorevolezza è molto importante, e ha sempre una doppia valenza: Questo cosa vuol dire? Significa che, scrivendo articoli utili, e con delle buone azioni di link building, potrai “far vedere” a Google che anche il tuo blog merita di ottenere punteggi perché autorevole (riceve link da siti “autorevoli”). Inoltre, un blog aggiornato e ben strutturato, è sempre un ottimo biglietto da visita: un modo per dire alle persone che ti leggono che sei affidabile, hai conoscenza della materia (ne sai a pacchi). Questo ti aprirà anche le porte a nuove collaborazione, magari anche con i competitor. 4 – Fare personal branding Quando molte miei clienti sentono parlare di personal branding, si limitano a raccontarmi della loro presenza su Instagram o su altri social (ma sai che Instagram non basta più?), e quindi poi passano a chiedermi a cosa serve il blog. Io per prima sono su Instagram (mi segui, vero? @marika_maino), ma perché non approfittare di questa opportunità? Il blog serve proprio a questo: ad aiutare chi ti segue a capire i tuoi valori, chi sei e, soprattutto cosa puoi fare per loro. 5- Lead – Community Altro risvolto della medaglia, che devi proprio sapere è che anche attraverso un blog è possibile: 1 – fare lead: acquisire un contatto con le persone a fini commerciali (orientato alla vendita), anzi, un contatto potenzialmente interessato (anche grazie alla creazione della newsletter) all’acquisto; 2- creare e consolidare una community: ti ricordo che ante social c’erano le community proprio afferenti ai blog (spesso dei forum). Insomma non escludere ancora una volta questa occasione anzi: Insomma, agisci e sii proattiva. Hai capito perché devi avere un blog? Adesso che sai a cosa serve il blog professionale non puoi che iniziare a capire da che parte iniziare. Se hai bisogno di un supporto sai sempre dove trovarmi, e cioè qui, sul mio blog di lavoro, perché si sa, i social non sono nostri ma il sito si. Ti aspetto! E se hai bisogno di capire come avere un blog professionale a prova di lettore, scopri subito la mia formazione di Scrittura Web Felice.

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Scrittura web, SEO copywriting

3 cose sulla scrittura SEO che ti faranno cambiare prospettiva

La scrittura SEO ti stressa? Scopri come cambiare prospettiva Sei in una fase di transizione e ti stai chiedendo se la scrittura SEO sia così determinante per i tuoi contenuti e quanto tu debba approfondire la questione? Te lo dico io, e lo faccio subito: la scrittura SEO fa bene e andrebbe approfondita assolutamente, ma solo nella misura in cui tu abbia già dei contenuti validi (e poi ti dirò cosa intendo). Questo cosa significa? Che è tutto molto più semplice di quanto tu possa pensare: inutile dedicarsi ad apprendere le tecniche per trasformare i tuoi articoli in ottica SEO, se poi hai dei testi che non comunicano, non parlano, e non dicono niente ai tuoi lettori. Devi mettere al centro chi legge e le sue esigenze: cosa cercava davvero? Come posso soddisfare il suo bisogno di informazioni? La tecnica è importante ma il cervello di più! Scrittura SEO e ansia da prestazione Questa cosa che la scrittura SEO metta ansia da prestazione io la capisco. Magari ti è capitato più volte di sentire paroloni, di leggere testi a tuo avviso “normali” per poi scoprire che erano scritti in ottica SEO. Ecco, è proprio questa la prima cosa che dovrebbe aiutarti a gestire questa ansia da prestazione: prima di pensare a scrivere bene degli articoli SEO friendly, pensa scrivere bene, punto. E come si fa per scrivere bene? Anche qui ci sarebbe un mondo di cose da dire, ma cosa ne pensi se andiamo per piccoli step? Inizia rispondendo a queste 10 domande: Scrivere per il web non è così semplice come sembra, e la scrittura SEO fa miracoli solo quando è parte di un tutto ben più ampio. Non ti nascondo che io ho iniziato la mia attività proprio perché credevo di saper scrivere, fino a quando poi la cruda verità mi si è palesata crudele: ho scoperto che la scrittura per il web nasconde delle insidie a cui non avevo pensato, ed è più complicata del previsto. Studiare e formarsi è sempre importante (se vuoi approfondire la scrittura SEO dai un’occhiata anche ai miei servizi), metterci il cuore e la passione, credimi, lo è altrettanto, perché son quelli che poi ti spingono ad andare avanti con grinta e tenacia. 3 cose che ti faranno cambiare prospettiva sui testi SEO 1 – Pensa prima ai lettori e poi a Google Non otterrai i risultati sperati fino a quando non comincerai a renderti conto che: Google ti ama solamente quando tutti gli altri ti amano (Wendy Piersal). Del resto lo stesso zio Google ha più volte chiarito che, ad oggi, il valore dei contenuti è fondamentale per far crescere un sito o un blog in SERP (presente i risultati di ricerca? Tutto quello che viene fuori dopo che digiti la domanda nella barra di ricerca costituisce la SERP). Devi sapere che i fattori di ranking (immaginali come un punteggio che assegna Google per alcune attività di SEO on-page e off- page) sono tantissimi, circa 200, ma non sappiamo bene che peso abbiano (o meglio, su alcuni è più chiaro, su altri c’è più dibattito). Ecco, la redazione di contenuti che rispondano in maniera efficace alle necessità degli utenti, sono quelli che verranno premiati anche da Google. Ecco perché è fondamentale soddisfare prima di tutto chi legge: solo così starai percorrendo la strada giusta. 2- Usa le keyword per dare valore Benissimo utilizzare le keyword, le parole chiave che hai cercato e che sai bene vanno inserite nei testi per: Ma attenzione che le keyword potrebbero sono un’arma a doppio taglio, bisogna dosarle bene all’interno dei testi, in modo tale da aggiungere valore per i lettori, senza però compromettere la leggibilità. Ti sembra scontato? Sappi che non lo è affatto. Devi infatti sapere che, fino a qualche anno fa, e anche oltre in verità (ma di questo ne parleremo più avanti), le parole chiave venivano letteralmente “spammate” all’interno dei testi, senza troppi problemi, anche a costo di comprometterne di molto la leggibilità e il significato stesso del testo. Insomma, messe sempre e comunque, anche a costo di produrre del materiale scadente o di poco valore. Intento di Ricerca e ricerca di intenti Poi, sull’onda dei vari aggiornamenti di Google, Hummingbird in testa, è stato introdotto il concetto di Search Intent: l’intento di ricerca. Scommetto che l’hai già sentito nominare. Te lo spiegherò meglio nei prossimi post, quello che devi sapere è che: chi scrive deve cecare di intercettare e capire il vero intento di ricerca dell’utente. La scrittura SEO è anche e soprattutto questo, cioè il creare contenuti di valore in linea con quello che le persone cercano davvero quando digitano le loro domande nella barra di ricerca di Google. In sostanza devi chiederti sempre: “cosa cercano davvero le persone su Google quando digitano una data query (domanda su Google)?”. 3 – Cura i tuoi testi Il terzo motivo è che per fare oggi una buona SEO dei contenuti devi innanzitutto curare i tuoi testi. Cosa intendo? Una scrittura fluida e semplice che risponda realmente alle esigenze dei lettori è la vera base della buona scrittura SEO. La tecnica è importante ma non può fare più tutto da sola: ha bisogno ancora delle scrittura quella vera, quella che non pensa a scrivere per un motore di ricerca, quella che diventa umana e in un certo senso ritorna alle origini, a quando si scriveva per comunicare. Per iniziare a scrivere bene inizia a concentrarti sulla scrittura vera e propria. Assicurati quindi di: E, soprattutto, inserisci le keyword in armonia con i tuoi testi. E quindi hai cambiato prospettiva? Calcola che questi 3 concetti sono solo alcuni dei fattori che devi valutare e conoscere quando ti occupi di scrittura online, sia per te che per i tuoi clienti. Quello che devi iniziare a pensare è che il lettore viene prima di tutto: pensa sempre al valore reale e concreto che puoi dare alle persone con i tuoi articoli. Del resto, se ci pensi, siamo tutti a caccia di risposte, ecco perché (e

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