La comunicazione circolare è la parola chiave
Se stai provando a fondare una presenza online incentrata su di un solo canale, stai correndo un grosso rischio. La comunicazione digitale oggi è multicanale e Instagram non basta più a sostenere “il peso” comunicativo di un brand o dei professionisti. Continuare a guardare chi ha iniziato qualche anno fa, riuscendo a creare un vero e proprio business di successo, alimentato da una presenza social molto forte, potrebbe rivelarsi fuorviante.
Attenzione, non fraintendere: partire da Instagram ha ancora molto senso, soprattutto se stai cercando di fare il punto sulla tua strategia, sul tuo chi sono e cosa faccio, insomma, se stai avviando qualcosa che ancora non sai bene dove ti porterà. Se, invece, sei già nella fase successiva, quella in cui il tuo business è ben delineato, ma deve fare un salto di qualità per fare sul serio, ecco, cambiare il tuo approccio da #soloinstagram a #nonsoloinstagram potrebbe fare la differenza.
5 motivi per cui Instagram non basta più per il tuo business
1 Il mercato sui social è sempre più competitivo
Il mercato e anche la comunicazione sui social sono sempre più competitivi, quasi al limite del saturo. Cosa significa? Vuol dire che ci sono tantissimi profili professionali, che producono molti contenuti informativi, e questo si traduce in:
- acerrima competizione;
- cannibalizzazione dei contenuti (tutti dicono lo stesso tutto);
- scarsa qualità (generalizzando, ovviamente).
Se ti soffermi solo a guardare questi profili, potresti arrivare a pensare che sia tutto semplice, che in fondo ti basta essere lì per svoltare con la tua attività professionale o addirittura per vendere. Ebbene, non sto dicendo che questo non possa accadere, anzi, Instagram e tutti i social restano risorse grandissime per noi libere professionisti, sto piuttosto dicendo che non è più una regola, ma una possibilità solo se riesci a creare una comunicazione poli-distribuita su vari canali.
Insomma, scegli tu la tua combinazione (sito; blog, newsletter; altri social) in base alla strategia, agli obiettivi (hai bisogno di una mano? Ti aiutiamo con i servizi di Lofacciodigital) e al target, ma ti invito a considerare la tua comunicazione di brand come qualcosa di circolare: un cerchio che abbraccia tante cose, non solo una, non solo Instagram. Continua a leggere che te lo racconto meglio.
2 Le persone si muovono
Diamo i numeri… del blog!
Sai che dalle statistiche del 2022 (in particolar modo, da un report condotto da Findstack) emerge che il 77% degli utenti dichiara di cercare informazioni su Google, anche inerenti l’acquisto di prodotti e servizi, e di leggere molti articoli dei blog per informarsi (che arrivano ben al 5° posto tra le fonti più attendibili di informazioni)? Le previsioni parlano di un ulteriore incremento di questo stupendo canale, tanto da arrivare a circa 500 milioni di blog attivi, e qualcosa come 70 milioni di post WordPress (fonte WordPress). Inoltre, è palese che le realtà aziendali (si parla di più del 90% delle realtà aziendali: “88% of businesses that do outsourcing pay people to write for them”) stiano continuando ad investire sempre di più sul blogging professionale sia per portare avanti un racconti di brand più profondo rispetto ai social (cerchi un percorso per accelerare la tua scrittura social? Scopri il mio laboratorio pratico di scrittura: La Scrittureria), sia per incentivare la SEO dell’intero sito Internet.
E se questo si traduce in meno articoli pubblicati (da circa 3 a settimana, si passa da 4 al mese), implica anche una maggiore attenzione sulla qualità dei contenuti, ma anche sulla loro unicità, e sulla capacità di rispondere alle esigenze reali di ricerca (il famoso Search intent. Se non sai come trovarlo o “tradurlo”, ti accompagno con una formazione pratica e su misura: corri a scoprire Scrittura Web felice).
3 Anche se ti hanno scoperto sui social ti cercano su Google
Instagram non basta perché, anche se ti hanno scoperto sui social, e quindi proprio su Instagram, corrono a vedere chi sei su Google, sul tuo sito e poi sul blog. Perché? Semplicemente perché hanno bisogno di maggiori informazioni, e di avere la certezza che stanno scegliendo i professionisti o i brand giusti per loro. E, se ci pensi bene, è una cosa che facciamo sempre. Quindi, non conta solo da dove è partito l’utente, se da Instagram o da LinkedIn, ma conta anche che sia arrivato sul blog professionale trovando:
- autorevolezza;
- competenze;
- unicità.
La verità è che blog e sito contribuiscono a costruire, e anche a ridefinire, l’idea che l’utente si fa di te
Proprio in aiuto e in supporto a quanto costruito attraverso i tuoi social: una conferma e attestazione di professionalità.
Del resto, e te ne ho parlato bene a proposito dei motivi per cui dovresti bloggare forte, avere un blog significa avere una carta in più per:
- far vedere chi sei e farti conoscere (lo chiamavano personal branding);
- promuoverti;
- educare al valore della tua professione (cosa fai in concreto?);
- intercettare utenti e possibili clienti.
Sai cosa significa tradurre le percezioni in qualcosa di reale? Significa potenzialità e crescita, ma anche fiducia e accrescimento di valore nella mente dell’utente, e di conseguenza, anche vendita.
4 Lettura veloce, attenzione non pervenuta: sarà proprio così?
Gli utenti vengono letteralmente inondati da contenuti, tanto che necessariamente la sua attenzione, già bassa, tenderà a diminuire. La World Psychiatric Association, in un articolo multi-studio del 2019, sostiene che anche le funzioni cognitive del cervello vengano alterate dall’uso intenso di telefoni con opzioni multitasking, e con esse la concentrazione. Cosa peraltro già assodata da Yeykelis che conduce già nel 2014 uno studio con altri colleghi, da cui emerge che i cambi di pagina siano inferiori ai 19 secondi, tanto che il 75% dei contenuti viene praticamente switchato!
“Ah, allora mi stai dicendo di rinunciare?!”. No, affatto.
Come già ti ho detto nei paragrafi precedenti, il blog è al quinto posto tra le fonti considerate di informazione più autorevoli e valide, quindi c’è tanto margine e spazio per creare la propria identità digitale attraverso la scrittura web. Ti sto però dicendo che Instagram non basta più da solo!
5 E se tutto cambiasse domani?
Forse non ti piace pensare al futuro, e proprio come me, preferisci godere del presente e dell’oggi, ma in questo caso nell’oggi c’è già un forte cambiamento in atto. Puntare tutto solo su un social, qualunque esso sia, significa essere in balìa degli eventi, e noi dobbiamo essere i padroni delle nostre attività.
Prendersi la responsabilità di quello che diciamo e dove, creare contenuti che apportino valore reale per le nostre reader personas e buyer personas, spendere tempo ed energie (e denaro) per formarci, richiede anche notevole flessibilità e voglia di sapersi evolvere e non solo adattare.
Come scelgo i miei canali di comunicazione digitale?
Il mio consiglio è di iniziare da qualcosa che senti affine, soprattutto se ti occuperai in autonomia della strategia dei contenuti (ad esempio del piano editoriale del blog) e man mano studiare e analizzare:
- dove si trova il tuo target?
- Come si muovono i competitor?
- Cosa puoi mantenere e cosa puoi apportare di nuovo?
- Cosa sta funzionando?
- So fare i reel? Preferisco scrivere?
Andando sempre più a fondo, e facendo delle analisi SWOT che ti permettano di focalizzarti sui punti di forza, individuando debolezze, opportunità e minacce.
Senza dimenticare di valutare la condivisione di valori e l’universo in cui naviga la tua attività.
I contenuti in circolo
Sai che il blog è un pilastro che può dare spinta e accelerazione alla creazione dei contenuti? In che modo, ti starai chiedendo?!
Pensa ad un articolo del blog molto ampio, che affronti varie sfaccettature di uno stesso topic (in gergo pillar), non ti si accende un campanello? Ti aiuto:
- quanti post social, quante newsletter, quanti podcast potrebbero più facilmente prendere vita?
- quanto tempo potresti risparmiare?
- quanto ne gioverebbe il tuo piano editoriale?
Il blog mette i contenuti in circolo, ti aiuta a gettare una base solida e corposa, per crearne altri destinati ad altri canali. Giochiamo? Questo paragrafo diventerà un carosello (corri a guardare sul mio profilo Instagram).
È vero che non tutti gli argomenti si prestano a quello che io chiamo contenuto in circolo, ma è sicuramente un modo di ottimizzare tempi e risorse, senza rinunciare alla qualità.
Instagram non basta: chi si evolve sopravvive
Il più forte sopravvivrà? No, in questo caso sopravvive chi risponde meglio al cambiamento, cioè che non solo lo accetta, ma che riesce a farne una nuova opportunità di crescita. Poi ci sarà sempre un canale preferenziale di comunicazione, perché non tutto va bene per tutti, ma l’importante è sapersi evolvere ed esser pronti a cogliere sfide e opportunità.
E tu sei pronta al cambiamento? Inizia subito contattandomi per conoscerci e capire come accelerare la tua comunicazione scritta, perché Instagram non basta, ma è ancora importante!