Un articolo al mese
Un articolo al mese? Forse si, o forse no. La verità è che ci focalizziamo sempre sulle quantità: tante visualizzazioni, tanti follower, tanti, anzi tantissimi contenuti. E ne vogliamo di più: più attenzioni, più contatti, più commenti, perché in fondo questo ci fa sentire al sicuro. Al riparo da tutti i dubbi che assalgono chiunque si esponga, anche lavorando online. Così, quando mi chiedi quanti articoli pubblicare sul blog se sei una libera professionista (e dunque il tuo lavoro è un altro), ci resti anche male appena pronuncio il fatidico “dipende”.
Lo so, il dipende è antipatico, ma tutto sommato non è una brutta risposta. Ti spiego perché, quindi continua a leggere.
Per sapere il quanto parti dal perché
Se hai un blog professionale (a cosa serve il blog se sei freelance) avrai sicuramente impostato una strategia super vincente di contenuti, vero (se ti serve una mano scopri i miei servizi)?! Se invece per qualunque motivo non l’hai ancora fatto, magari solo perché sei all’inizio del tuo percorso da “penna felice”, allora prima di soffermarti sul quanto, dovresti passare necessariamente prima dal perché.
- Perché hai scelto questo canale?
- Quali sono i tuoi obiettivi?
- Chi vuoi raggiungere?
Mi spiego meglio. Dato che sei una libera o un libero professionista, si presuppone che tu non abbia le stesse esigenze di chi vive di blog ( cioè i blogger: chi lo fa per mestiere e guadagna proprio dalle visualizzazioni degli articoli), ma hai sicuramente degli obiettivi differenti legati all’utilizzo di questo strumento di inbound marketing.
5 Domande per capire quanti articoli pubblicare sul blog professionale
1 Quali sono i tuoi obiettivi?
Non tutti i progetti sono uguali, e questo vale offline, nella vita vera, e anche per l’online, che è forse adesso la nostra vera vita. Ma mi rendo conto che quando si parla del digitale c’è sempre quel “di più” che fa capolino.
È normale, ed è legato al fatto che la rete ci offre un’ampia gamma di pubblico, tutto insieme anche nello stesso momento (pensa alle storie o alle dirette di Instagram). Considera però, che come sempre, se non ti poni degli obiettivi o scadenze (definiscili come vuoi), rischi di arenarti ancor prima di mettere la barchetta in mare.
Ti parlo sempre di tutte le cose belle che ti porta il blog, e lo faccio perché ci credo davvero, quindi non sono qui per scoraggiarti, ma piuttosto per invitarti a “bloggare” in maniera più ragionata.
2 A chi parli?
Non ti farò tutta la tiritera sul target, perché ormai lo sai, se non scrivi per qualcuno di “reale” e per le sue vere necessità, allora stai già perdendo tempo. Il concetto di reader personas che tanto ci aiuta nella scrittura, non basterà se non settiamo bene tutti gli elementi di questo ecosistema fantastico chiamato blog.
Un blog professionale è fantastico proprio perché ti connette al tuo target in maniera diretta, anche se meno “prepotentemente” dei social. Qui ci possono essere dei ritmi differenti, l’importante è che coincidano anche con le aspettative del tuo lettore ideale di riferimento.
Perché si, è tutto molto bello, ma se nessuno ti legge stai perdendo tempo.
3 Quali altri canali utilizzi?
Ultimamente stiamo assistendo ad una sovraesposizione di contenuti: quanti ne produciamo quotidianamente? E non parlo solo di chi come me lo fa di mestiere, ormai con i social siamo tutti costantemente impegnati a produrre materiale (scrittura e immagini) per far conoscere la nostra attività professionale. Brave noi, bravi tutti. Ma il problema vero è: chi legge davvero?
Proprio per l’ampia possibilità di scelta, per la lettura sempre più disfunzionale, e anche per la velocità stessa di fruizione a cui ci siamo abituati (il magico dito che scrolla continuamente sullo smartphone), succede che, da utenti/lettori, noi stessi ci affanniamo per capire effettivamente cosa ci interessa davvero.
Insomma, chiedersi sempre se il gioco vale la candela, se vale effettivamente la pena essere ovunque, e produrre materiali come non ci fosse un domani. Ecco, io direi si di sfruttare al massimo le potenzialità del digitale (ne parliamo spesso durante i workshop di Lofacciodigital, che ti invito a sbirciare) senza farsi ingurgitare da esso.
4 Quanto tempo hai a disposizione?
Il “non ho tempo di scrivere” ha senso, ma solo se ne hai le prove. Non è perché non ti credo, ma solo per dirti di misurare tangibilmente il lasso di tempo che avresti a disposizione per:
- redigere il tuo piano editoriale (non obbligatorio ma caldamente consigliato)
- scrivere i tuoi articoli del blog (ragionando possibilmente anche sulle keyword).
Sto esagerando? Dimmelo subito!
Se proprio ti rendi conto che il ritmo non sarebbe sostenibile hai solo due vie:
- delegare a vari livelli (se hai bisogno corri a scoprire come posso aiutarti);
- sospendere definitivamente il progetto (te lo sconsiglio perché perderesti una bella occasione di visibilità; autorevolezza; personal branding).
5 Quanto ne… SEO?
O meglio, quanto ne sai di SEO? Mi riferisco alla scrittura in ottica SEO, in modo tale da rendere i tuoi articoli più in linea con le aspettative dei tuoi lettori tipo, e, ovviamente, anche di Google.
Non ti occorre essere un guru in materia, ma potresti pensare ad un percorso di formazione sulla scrittura in ottica SEO, che ti possa portare a gestire in autonomia il tuo blog professionale (se è quello che cerchi ho la soluzione per te).
Quanti articoli pubblicare quindi?
Si lo so, tu sei qui perché vuoi il numero perfetto per te, ma ti dovrai accontentare di “indicazioni”, perché la verità è che una strategia editoriale deve essere fatta su misura, proprio come il bel vestito perfetto per te.
Di conseguenza, tieni presente che più pubblichi più avrai modo di:
- essere visibile per i robot di Google che scansionano la rete (crawler);
- arrivare nelle prime pagine dei risultati di ricerca;
- accaparrarti posizionamenti per keyword interessanti strategicamente per il tuo business;
- mantenere un contatto con la tua community;
- intercettare l’intento di ricerca di potenziali clienti e lettori;
- soddisfare i bisogni di informazione di chi cerca qualcosa su Google.
Di fatto, con 2 articoli al mese, avrai le probabilità di posizionamento “dimezzate” rispetto a chi ne pubblicherà 4 al mese. Eppure, benché la quantità, è innegabile, sia un fattore importantissimo, mi sento di rassicurarti sul fatto che non è tutto.
O meglio, considera sempre che ad oggi, la qualità, la pertinenza, la rispondenza all’intento di ricerca, possono fare la differenza!
La costanza di pubblicazione
Altro elemento da tenere presente quando ci si chiede quanti articoli pubblicare è la costanza di pubblicazione. Che tradotto significa: anche poco, ma puntualmente.
Sparire da un blog professionale non è mai cosa buona e giusta, vuoi sapere perché?
- Perché Google, banalmente, si dimenticherà di te!
- E figurati i lettori (come dicevamo così abituati ad essere bombardati di contenuti che se sparirai non si ricorderanno certo di te, o comunque sarà molto difficile che ciò possa avvenire).
- La freschezza del tuo blog stesso verrà compromessa, e chi si imbatterà in esso avvertirà un senso di trascuratezza, o penserà magari, che hai cambiato lavoro (assurdo lo so, ma è davvero così. Ci fermiamo alle apparenze anche nel web. Non ti è mai capitato?).
Riassumendo
Per sapere quanti articoli al mese pubblicare sul tuo blog professionale ti consiglio di:
- lavorare sulla strategia e il target;
- portare a casa contenuti pertinenti ed utili per i lettori;
- pubblicare costantemente ( quanto lo devi decidere in base alle reali possibilità che hai di essere costante, e mantenere allo stesso tempo la qualità alta);
Quindi, che siano 2, 4, 8 articoli al mese, non abbassare mai l’asticella che faccia sentire il tuo lettore veramente nel posto giusto, che trasmetta la tua autorevolezza, che ti aiuti ad alimentare un canale che parli di te e del tuo lavoro. Insomma, un blog professionale a prova di… un articolo al mese!
Grazie per aver letto fino a qui. Adesso fammi sapere tu quanto pubblichi sul tuo blog?